Bond
lavora per l'MI6, i servizi segreti della Gran Bretagna. Nella
maggior parte di romanzi e film la sede del SIS si trova nei pressi
di Regent's Park, celata come sede della Universal Exports lmt.,
società di import-export. Nei film e romanzi più recenti, la sede
del servizio è quella reale (e non più segreta) nei pressi di
Vauxhall Bridge.
All'interno del servizio chi vi occupa una carica burocratica
è designato con una lettera; tra tutti M è il superiore diretto
di James Bond, il cui nome deriva dall'inizale del nome del primo
capo dell'MI6, Sir Mansfield Smith-Cumming, Q (che sta per Quartermaster),
ovvero il maggiore Goeffrey Boothroyd si occupa di quella branca
tecnologica dell'organizzazione impegnata a sviluppare gli immancabili
gadget di cui 007 non può fare a meno. Miss Liz Moneypenny è la
prima e unica segretaria di M che Bond incontra tutte le volte
che capita in ufficio e con cui finisce sempre per civettare prendendola
e venendo preso in giro. Altri impiegati del servizio segreto
britannico sono il capo di stato maggiore di M Bill Tanner, presente
sia nei romanzi che nei film, uno dei più fidati amici di Bond;
Anne Reily, detta "Q'uete" (traducibile in italianco con Q'arina),
assistente di Q in alcuni romanzi di Gardner; Sir James Molony,
medico del servizio in quasi tutti i romanzi, che si prende cura
di 007 dopo gli avvenimenti di "Al servizio segreto di sua Maestà"
e in innumerevoli altre occasioni; infine le segretarie di James
Bond: dapprima Loelia Ponsonby alla quale, sposatasi, succede
Miss Mary Goodnight che, trasferitasi nella sede SIS della Giamaica,
reincontra Bond quando questi vi viene inviato per risolvere la
questione Scaramanga in "L'uomo dalla pistola d'oro", e infine
Helena Marksbury, con la quale Bond vive un'inevitavile storia
d'amore.
Chi si trova ad affiancare Bond in un'indagine di solito muore.
Una curiosa eccezione è quella di Felix Leiter, agente della CIA,
che spesso è stato, nei romanzi come al cinema, "il supporto mandato
ad aiutare Bond"; nei film è stato interpretato da più attori
di fisionomia diversissima, finché "uno dei cattivi" (in Vendetta
Privata) ha deciso di gettarlo in pasto agli squali come Ian Fleming
aveva immaginato nel romanzo Vivi e lascia morire (ma al momento
di trarne un film si era preferito soprassedere per l'eccessiva
violenza della scena). È sopravvissuto restando affetto da handicap.
In Casino Royale è tornato in versione afroamericana.
Fra i collaboratori ricorrenti di Bond si può annoverare anche
Rene Mathis, agente segreto francese, il quale, sebbene appaia
spesso nei romanzi, trova la sua prima apparizione sul grande
schermo solo nel recente Casinò Royale, in cui è impersonato dall'attore
italiano Giancarlo Giannini.
Principale nemico di 007 era inizialmente la S.P.E.C.T.R.E., una
potente organizzazione criminale comandata da Ernst Stavro Blofeld,
famoso per il suo gatto bianco e per il fatto che il suo volto
venisse tenuto talvolta volutamente in ombra nei film. A causa
di svariati problemi legali attualmente la produzione non ha i
diritti per utilizzare la S.P.E.C.T.R.E. e i personaggi ad essa
legati. Con l'impossibilità di utilizzare Blofeld e la Spectre
la produzione è costretta a inventarsi nuovi nemici per Bond che,
dal 1981, affronta con valore terroristi internazionali, trafficanti
d'armi, ricchi signori dei media degenerati e numerosi altri.
I nemici di Bond rientrano quasi sempre in un determinato cliché
(svelano il loro piano a Bond per narcisismo, catturano ma non
uccidono il protagonista e così via) e si accompagnano a curiosi
guardaspalle e bellissime donne che, il più delle volte, finiranno
per tradirli preferendo loro il fascino di Bond.
"Se c'era una cosa che toccava l'animo di James Bond era
essere sorpassato con velocità da una bella ragazza... "
(Da "Al servizio segreto di Sua Maestà" di Ian Fleming)
Le bond girl sono una delle caratteristiche portanti della serie
(accusata anche di sessismo) e in genere Bond riesce a sedurne
almeno due ad episodio per poi trovarsi solo con l'ultima (in
ordine di apparizione) in teneri atteggiamenti alla fine del racconto.
James Bond è nel linguaggio comune sinonimo di seduttore impagabile
ma anche lui, nella sua lunga carriera, ha incontrato donne che
gli hanno cambiato per sempre la vita. La prima è Vesper Lynd,
la seconda la contessa Teresa Di Vicenzo. La morte tragica di
entrambe segnerà per sempre la vita di Bond.
Agente speciale con licenza di uccidere, James Bond ha avuto sul
grande schermo i volti di diversi attori. L'interpretazione rimasta
nella memoria collettiva è da attribuire probabilmente a quella
dell'attore scozzese Sean Connery che interpretò il personaggio
di Fleming nei primi cinque film, finché non se ne ritenne stanco
e divenne un problema per la produzione scritturarlo. Questa interpretazione
è riconosciuta quasi unanimemente da pubblico e critica come la
migliore, tanto che Connery è diventato, nel tempo, l'icona del
personaggio di Fleming.
George Lazenby, il secondo 007, fu il protagonista soltanto di
Al servizio segreto di Sua Maestà che si rivelò un fiasco
malgrado una sceneggiatura di ottimo livello (007 affronta uno
dei suoi nemici più celebri, il breve matrimonio di Bond).
Dopo un effimero ritorno di Connery, il personaggio passa a Roger
Moore, che lo interpretò ben sette volte dal 1973 al 1985, dandone
un'interpretazione molto ironica, riuscendo a sua volta a far
amare il personaggio.
Al contrario di Moore, il successore Timothy Dalton, non ebbe
tempo di conquistarsi il favore del pubblico, perché, dopo due
soli film, la serie subì un'interruzione di diversi anni e lui
perse la voglia di riprendere il ruolo: consegnò allora il testimone
a Pierce Brosnan, che, nei suoi quattro film di enorme successo,
col suo stile si avvicinò a Connery.
L'interprete più recente è stato Daniel Craig, il quale ha reso
il personaggio molto simile all'idea fleminghiana ed è stato definito
anche "il miglior Bond di tutti tempi" (valutazione del critico
Joshua Rothkopf, Time out New York).
Filmografia:
Licenza di uccidere (Dr. No) - 1962 - Sean Connery
Dalla Russia con amore (From Russia with love) - 1963 - Sean Connery
Missione Goldfinger (Goldfinger) - 1964 - Sean Connery
Thunderball: Operazione tuono (Thunderball) - 1965 - Sean Connery
Si vive solo due volte (You only live twice) - 1967 - Sean Connery
Al servizio segreto di Sua Maestà (On Her Majesty's secret
service) - 1969 - George Lazenby
Una cascata di diamanti (Diamonds are forever) - 1971 - Sean Connery
Vivi e lascia morire (Live and let die) - 1973 - Roger Moore
L'uomo dalla pistola d'oro (The man with the golden gun) - 1974 - Roger Moore
La spia che mi amava (The spy who loved me) - 1977 - Roger Moore
Moonraker - Operazione spazio (Moonraker) - 1979 - Roger Moore
Solo per i tuoi occhi (For your eyes only) - 1981 - Roger Moore
Octopussy - Operazione piovra (Octopussy) - 1983 - Roger Moore
Bersaglio mobile (A view to a kill) - 1985 - Roger Moore
Zona pericolo (The living daylights) - 1987 - Timothy Dalton
Vendetta privata (License to kill) - 1989 - Timothy Dalton
GoldenEye - 1995 - Pierce Brosnan
Il domani non muore mai (Tomorrow never dies) - 1997 - Pierce Brosnan
Il mondo non basta (The world is not enough) - 1999 - Pierce Brosnan
La morte può attendere (Die another day) - 2002 - Pierce Brosnan
Casinò Royale - 2006 - Daniel Craig
007 Quantum (Quantum of Solace) - 2008 - Daniel Craig
Skyfall - 2012 - Daniel Craig
Spectre - 2015 - Daniel Craig
No Time to Die - 2019 - Daniel Craig
Non tutti i film che hanno avuto James Bond come protagonista
sono stati prodotti dalla famiglia Broccoli, e quelli al di fuori
di questa categoria sono considerati in qualche modo "apocrifi"
rispetto ai film "ufficiali", che vorrebbero in teoria narrare
una continuity coerente.
Tra quelle non ufficiali si segnalano tre pellicole, Climax! Casino
Royale, film TV con Barry Nelson, James Bond 007 - Casino Royale
con Peter Sellers e Mai dire mai, un remake del 1983 di Thunderball,
il quarto film della serie, che fu realizzato dopo lunghe e complesse
vicende legali e che vide Sean Connery nuovamente nel ruolo che
aveva interpretato l'ultima volta dodici anni prima:
Climax! Casino Royale - 1954 - Barry Nelson
James Bond 007 Casino Royale - 1967 - David Niven
Agente 007 - Mai dire mai (Never Say Never Again) 1983 - Sean
Connery
Quanto ai doppiatori italiani, il James Bond interpretato, nei
primi film, da Connery, Lazenby e Moore, fu doppiato sempre da
Pino Locchi. Il Bond di Timothy Dalton ebbe invece la voce italiana
di Michele Gammino, mentre quello impersonato da Brosnan è stato
doppiato da Luca Ward. Francesco Prando è la voce dell'ultimo
James Bond, Daniel Craig.
Esiste anche un cartone animato, James Bond Junior, in
cui il protagonista è il nipote del famoso agente segreto.
Ian Fleming
Ian
Lancaster Fleming (Londra, 28 maggio 1908 – Canterbury,
12 agosto 1964) è stato giornalista, militare e scrittore.
Nei suoi romanzi diede vita a James Bond, nome in codice 007,
senza dubbio il più famoso agente segreto della letteratura.
Nato da una famiglia aristocratica inglese, figlio di Valentine
Fleming, deputato conservatore e ufficiale della Riserva, nipote
di Robert Fleming, ricco banchiere scozzese, Ian Lancaster Fleming
è il secondo di quattro fratelli. Nel 1917, quando ha solo 9 anni,
il padre muore nella Prima guerra mondiale nominando la moglie
(Evelyn St. Croix Fleming) sua erede, con il vincolo che la donna
non si sposi. Lo spettro del padre grava per molto tempo sul giovane
Ian, che lo vede come un esempio. Vive inoltre all'ombra del fratello
maggiore, Peter, che ha ottimi risultati a Oxford.
Nel 1921 inizia a frequentare il college a Eton, dove si distingue
in particolar modo per meriti sportivi, ma è costretto ad abbandonare
gli studi a causa di un incidente con una ragazza.
La madre, con l'obiettivo di infondergli maggior rettitudine morale,
lo iscrive all'Accademia Militare di Sandhurst, dove Ian rimane
per poco tempo: la sua voglia di indipendenza lo porta a non impegnarsi
nella carriera militare. La madre, esasperata, nel 1928 lo manda
in Austria, a Kitzbühel, dove, grazie ad un ambiente meno opprimente,
Ian si forma come individuo, appassionandosi inoltre allo sci
e all'alpinismo, attività che ricorreranno sovente nei racconti
di 007 (il nome del celeberrimo agente segreto fu ispirato dalla
passione che l'autore aveva per l'ornitologia, di cui James Bond
era un noto studioso).
In seguito Ian frequenta corsi di Politica Estera all'università
di Monaco di Baviera. In questo periodo prova a scrivere alcuni
poemi e brevi racconti, ma senza convinzione. Segue infine le
orme del fratello, diventando un giornalista per l'agenzia Reuters,
dalla quale viene inviato a Berlino, a Londra e a Mosca; diviene
infine inviato speciale del Times a Mosca. La morte del nonno
lo porta ad abbandonare la strada del giornalismo: diviene quindi
socio della banca di famiglia, con la speranza di conseguire facili
ricchezze. Nel 1939, all'alba della Seconda Guerra Mondiale, è
reclutato reclutato dall'Ammiraglio John Godfrey, direttore dell'intelligence
della Royal Navy, come suo assistente personale.
Entrato ufficialmente nella Marina Britannica, fa rapidamente
carriera fino a raggiungere il grado di Comandante. Durante la
Seconda Guerra Mondiale collabora attivamente con i servizi segreti
della Marina. Le avventure e le situazioni da lui vissute in questo
periodo saranno utilizzate per dare forma al personaggio di James
Bond. L'Operazione Ruthless (uno stratagemma per entrare in possesso
di una macchina crittografica Enigma in dotazione alla Wehrmacht)
e l'Operazione Goldeneye (un piano per mantenere i collegamenti
con Gibilterra anche in caso di adesione della Spagna alle potenze
dell'Asse) recano entrambe la sua firma. Fleming esce dalla guerra
profondamente segnato, sebbene non sia mai stato in prima linea:
la sua amante, Muriel Wright, rimane tragicamente uccisa in un
bombardamento. Questa figura ha per il giovane Fleming un ruolo
simile a quello che riveste Vesper Lynd in Casinò Royale nei confronti
di Bond, (l'unica donna mai amata dall'agente segreto - eccetto,
poi, sua moglie, Tracy Bond - e figura costante nei suoi ricordi)
tanto da pensare che quest'ultima le sia quasi ispirata.
Nel dopoguerra, dal 1945 al 1959 lavora al "Sunday Times" e, come
capo dei servizi esteri, per la catena di giornaly Kemsley. Nel
1952 sposa Anne Geraldine Rothermere, contessa di Charteris (di
cui era stato precedentemente amante) nonostante Fleming sia profondamente
diffidente nei confronti dei legami stabili come la famiglia (dopo
la morte del padre, prima, e poi del fratello) e il matrimonio
stesso(dopo la morte dell'amante durante la guerra). Durante il
viaggio di nozze termina la prima stesura di Casinò Royale, il
primo romanzo con protagonista James Bond.
Con il matrimonio, Fleming è costretto a trovare un modo stabile
per "sfuggire alle noie della vita coniugale": in ritiro per esattamente
un mese all'anno nella sua amata tenuta giamaicana, Goldenye,
inizia a scrivere romanzi, intrapendendo così la carriera di scrittore
a tempo pieno. Scrive in totale undici romanzi e tre raccolte
di racconti su James Bond, tutti usciti puntualmente ogni anno
al suo ritorno da Goldeneye. Ben presto, anche grazie a recensioni
positive (spesso firmate da autori illustri come Raymond Chandler,
che con gli anni diverrà amico personale di Fleming stesso) e
buona accoglienza all'estero, i romanzi di James Bond diventano
best seller, catapultando Fleming in un mondo che non gli appartiene,
rendendolo una ceelbrità. È in questo periodo, soprattutto, che
Fleming diventa sempre più simile al suo personaggio, a sua somiglianza
già intuibilmente plasmato: inizia a fumare assiduamente sigarette
(di una miscela speciale di tabacco, più aromatico, prodotte -
come per Bond -appositamente per lui a Londra) e a far uso di
alcolici senza apparenti inibizioni. Il suo stato di salute inizia
a peggiorare, ma il suo successo raggiuunge vertici inaspettati.
Nel 1962, due produttori inglesi allora semi-sconosciuti, Henry
Saltzman e Albert Broccoli, decidono di trarre una serie di film
dai romanzi di Fleming; il successo è immediato quanto inaspettato:
Licenza di uccidere, con Sean Connery nel ruolo di Bond, incassa
cifre inimmaginabili e moltiplica esponenzialmente l'esposizione
mediatica dei romanzi e di Fleming stesso.
Il 12 agosto 1964, a 56 anni, Ian Fleming muore per un infarto
causato probabilmente dal tabagismo (era un accanito fumatore)
e dall'eccessivo uso di alcool. La moglie Anne muore nel 1981.
Il loro unico figlio, Casper, muore a causa di una overdose nel
1975. Giacciono tutti e tre sepolti sotto un obelisco di pietra
vicino alla piccola chiesa di Sevenhampton. |